Nell’ampio prato di Sant’Agostino, si affaccia l’omonima chiesa fondata nel 1258, rimaneggiata nel ‘400 e poi trasformata nel 1755 da un radicale intervento del famoso architetto Luigi Vanvitelli, il progettista della celeberrima Reggia Borbonica di Caserta.
Attraverso un portico neoclassico si entra nella chiesa, ora adibita a sala di esposizione.
L’interno, elaborato dal Vanvitelli in uno stile barocco elegante e allo stesso tempo solenne, custodisce notevoli opere d’arte. Al secondo altare uno splendido crocifisso e Santi del celebre Pietro Perugino, che lo dipinse nel 1506.
Segue la Cappella Piccolomini, sulla cui parete destra s’ammira una tragica strage degli innocenti dipinta da Matteo di Giovanni nel 1482.
Nel transetto destro, nella cappella Bichi, sono stati recentemente riscoperti affreschi rinascimentali a monocromo, di grande interesse artistico, dovuti a Luca Signorelli e a Francesco di Giorgio Martini.
Scenografico è l’altar maggiore in marmi policromi, elaborata opera seicentesca; gli angeli laterali al ciborio sono dello scultore senese Giovanni Mazzuoli.
Sulla parete sinistra risalta la tela raffigurante la Concezione di Maria, che è opera di Carlo Maratta, il miglior pittore attivo a Roma sul finire del Seicento.
Tornati sul prato di S. Agostino si ammiri la scenografica posizione della chiesa in relazione al panorama della città e poi si imbocchi via delle Cerchia; essa sbuca nel più vasto Pian dei Mantellini, ove sorge la chiesa di San Niccolò al Carmine più conosciuta come Santa Maria del Carmine.